In occasione dell’evento finale del Progetto Erasmus+ PEPPY la professoressa Simona Nicolini dell’Università di Bologna team del progetto Peppy per UniBo, ha prodotto un articolo incentrato sulla Metodologia di PEPPY, riassunto del suo intervento al seminario e che diffondiamo di seguito.
“La definizione di Neet comprende una galassia articolata al proprio interno, poiché l’acronimo rimanda all’espressione “Not in Education, Employment or Training”: giovani non inseriti nel sistema tradizionale dell’educazione, della formazione e del lavoro. È quindi una definizione “in negativo”, in termini residuali e non univoca di persone con caratteri anche molto differenti. Oltre alla variabilità interna di questo gruppo composito dei neets, c’è la dimensione del neeting, intendendo con neeting una condizione alle volte transitoria, attraversata da un numero importante di persone in una determinata fase di vita, che poi può portare a esiti di percorso diversi, in certi casi di superamento, in altri di continuità nel tempo. Si tratta quindi di un target mutevole di varie interpretazioni, e non agglomerabile se non al rischio di semplificazioni. In questo approccio di ricerca che affronta la complessità del fenomeno neet descriviamo gli esiti di apprendimento raccolti con la metodologia Peppy attraverso tre domande: che cosa ricerchiamo rispetto al fenomeno neet; come ricerchiamo, chi sono i protagonisti di questa ricerca”.
Referente SCF: Maria Lorenzini – lorenzini.m@scformazione.org