DO YOUR MOB 2024 – A Catania torna l’evento dedicato alla mobilità transnazionale

“Esperienze come Erasmus+ sono occasione unica di crescita e maturazione per i ragazzi, resi sempre più fragili dalla pandemia e dalla virtualità”. Il Programma, che da decenni “muove” i giovani europei, è al centro dell’evento organizzato di Scuola Centrale Formazione, che ha scelto di portare l’Europa ai piedi del Vulcano, con un focus sul legame tra mobilità e benessere dei giovani

Catania e la Sicilia sono mete sempre più gettonate dagli studenti Erasmus+. Un fenomeno dovuto sia alla fama di bellezza che il territorio siciliano ha all’estero, sia alle eccellenze presenti sul territorio. Questo il motivo per cui Scuola Centrale Formazione (SCF), in collaborazione con il proprio partner locale Fondazione ODA, ha scelto la città etnea per ospitare la dodicesima edizione di Do Your Mob, l’evento annuale dedicato alla mobilità transnazionale.

SCF da oltre 45 anni mette in rete vari enti nel settore della formazione professionale e promuove lo sviluppo integrale della persona attraverso l’orientamento e la formazione. Inoltre svolge un ruolo di rappresentanza, di coordinamento a livello nazionale e offre supporto alle attività dei propri enti associati, a livello nazionale e internazionale, promuovendo innovazione e sviluppo di buone prassi educative, apertura internazionale, inclusione sociale, sviluppo degli associati e benessere formativo.

L’evento organizzato da SCF è partito con il convegno tenutosi presso il Museo Diocesano di Catania, che ha dato il la a una due giorni densa di momenti di confronto, scambio e workshop. Il tema di quest’anno è il benessere mentale legato alla mobilità transnazionale, una riflessione suscitata dalle rilevazioni fatte da Scuola Centrale sulle mobilità effettuate dagli enti associati, che hanno evidenziato varie fragilità degli studenti coinvolti.

Il tema tocca da vicino varie realtà, tanto che sono molte le personalità che hanno partecipato al convegno. Tra queste anche l’arcivescovo di Catania, monsignor Renna, che nel proprio intervento ha sottolineato l’importanza di rafforzare, soprattutto in questo delicato momento storico, l’idea di Europa «perché in questa idea ci stanno la nostra cultura, il nostro futuro, la nostra economia e la nostra identità». Presenti anche il Commissario Straordinario dell’ODA, Adolfo Landi, e l’Assessore all’Istruzione del Comune di Catania, Andrea Guzzardi: «Grazie a Scuola Centrale Formazione e ODA, oltre che ad altre associazioni e alle scuole del territorio, abbiamo una fortissima partecipazione ai progetti Erasmus+. Questo non solo ci dà l’opportunità di far conoscere ai nostri ragazzi altre culture e di rapportarsi in modo diverso alla formazione didattica, ma ci permette anche di diffondere tra le nuove generazioni l’idea di non essere solo cittadini italiani, ma anche europei e del mondo».

L’evento è iniziato con una riflessione di stampo teorico assieme agli esperti. Alberto Pellai, Carlo Dalmonego e Stefano Cainelli hanno fornito ai partecipanti un quadro teorico della situazione, approfondendo lo sviluppo del cervello umano in età evolutiva, dei sistemi per affrontare le difficoltà e il rapporto tra reale e virtuale nella mente dei giovani. Ai loro interventi sono poi seguiti dei workshop con lo scopo di dare ai partecipanti gli strumenti necessari per aiutare i ragazzi ad affrontare le proprie difficoltà.

Cosa succede quindi nella mente dei giovani? Nel suo intervento Pellai si sofferma sulla maturazione del cervello nell’essere umano e della necessità dei ragazzi di essere esposti a perturbazioni per assicurare una crescita sana. «Noi genitori del terzo millennio – spiega – siamo spaventati dall’errore e dalla caduta dei figli, ma se li priviamo delle perturbazioni tipiche della crescita e dell’esplorazione, rendiamo faticosa la creazione di quelle abilità di adattamento che sono state correlate con il benessere emotivo».

Anche Cainelli costruisce su un concetto simile, ponendo però l’accento sul rapporto col mondo virtuale. Partendo dalla necessità dei giovani in età evolutiva di sperimentare e di tessere relazioni dice: «Negli ultimi decenni ci siamo trovati davanti alle prime generazioni che hanno avuto contatto con la tecnologia in età adolescenziale (Generazione Zeta) o addirittura prima (Generazione Alpha). Un contatto che è stato potenziato dalla pandemia e dal lockdown. Queste generazioni hanno portato la ricerca delle sensazioni tipica dell’adolescenza nel mondo digitale e gli adulti si sono tirati indietro, senza valutare appieno i rischi di queste novità».

Davanti a un simile quadro emerge chiara l’importanza delle esperienze di mobilità come quelle offerte dai programmi Erasmus+ nella formazione dei ragazzi. Partecipando a simili esperienze si può uscire dalla propria comfort zone ed essere esposti alle perturbazioni di cui parla il dott. Pellai, tanto fondamentali in età evolutiva. Non solo: le esperienze di mobilità transnazionale sono anche ottime per portare avanti un miglioramento personale e professionale dello studente, come sottolineato dagli interventi di Anna Barbieri, Policy Officer della DG Employment e promotrice dell’eccellenza europea nella formazione professionale, Anna Butteroni, referente per le attività di monitoraggio e tutoring dei progetti di mobilità Erasmus rivolti ad allievi e operatori della formazione professionale, ed Enrique Blanco, Project Manager per EFVet.

Per affrontare queste perturbazioni, però, servono gli strumenti adeguati. Per esempio il modello ACT, presentato da Carlo Dalmonego nel corso del suo intervento, che mira a migliorare le capacità di accettazione e adattamento di chi lo applica tramite una serie di tecniche. Evolutivamente, infatti, le emozioni negative come la paura ci hanno offerto un vantaggio. Ad oggi però ci portano spesso a preoccuparci del passato e del futuro, invece che concentrarci sul momento presente. Il modello ACT, in breve, mira proprio a riportarci al qui e ora e ad essere più psicologicamente flessibili.

Posta la base teorica, i lavori sono continuati con una serie di workshop organizzati da Scuola Centrale Formazione con la collaborazione di vari esperti provenienti da realtà nazionali e internazionali. I workshop hanno offerto l’occasione ai partecipanti di acquisire nuove competenze pratiche per aiutare i propri studenti a navigare al meglio queste esperienze formative.

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