“I care, mi sta a cuore, sei importante!”. La missione come insegnanti non è solo quella di trasmettere conoscenze, ma di prendersi a cuore gli studenti come esseri umani e di costruire valore. Una cura basata sull’essere in relazione e che funziona quando l’insegnante per primo sta bene. In questa cornice si colloca il progetto Erasmus+ “Positive Academy”, un programma europeo finalizzato alla promozione del benessere di chi si prende cura dell’altro, docenti, collaboratori, psicologi ed educatori. Tramite la condivisione di buone pratiche con i partner europei verrà sviluppata una piattaforma digitale dove verranno forniti strumenti utili a gestire lo stress correlato a questo tipo di lavoro.
L’Ecosistema Artigianelli di Trento partecipa a questo progetto, in collaborazione con Scuola Centrale Formazione, e condivide nelle parole di Maria Chiara Pavesi, la propria esperienza.
“I care, mi sta a cuore, sei importante!”
I ragazzi di oggi vivono un periodo di difficoltà, un periodo di solitudine, un periodo di vacuum. Ed essi si abituano ad abitare il vuoto, provando a riempirlo con videogiochi, tablet, cibo, droga e tutte le cose che ci rendono felici in maniera effimera. Questa enorme sofferenza nei giovani rende ancora più difficile il mestiere dell’insegnante.
Ma se l’insegnante, i suoi colleghi, l’ambiente in cui è inserito, non è felice, come ci aspettiamo che i nostri ragazzi siano felici? Se l’insegnante, i suoi colleghi, l’ambiente in cui è inserito, non ha un sogno, come ci aspettiamo che i nostri ragazzi possano credere nei sogni? Se l’insegnante, i suoi colleghi, l’ambiente in cui è inserito, non si prende dello spazio per la cura di sé, come ci aspettiamo che i ragazzi possano aver cura di sé?
Se non ci prendiamo cura di noi, se non crediamo nelle nostre risorse, se non sentiamo l’amore verso noi stessi, potremmo non avere abbastanza pazienza, compassione, freschezza per essere capaci di confrontarci con tutta questa sofferenza attorno a noi. Coltivare una dimensione spirituale e una dimensione di dialogo amorevole con noi stessi ci aiuta nell’essere una possibilità di aiuto per le persone attorno a noi.
Imparare a esserci per noi stessi, scoprire e ascoltare noi stessi e avere uno sguardo amorevole e compassionevole con noi stessi ci permette di entrare in relazione. Se scopriamo come possiamo ascoltare noi stessi con compassione e amore, cosa possiamo condividere con le altre persone possiamo aiutare gli altri a soffrire meno. Ma ritorniamo alla domanda: come possiamo sostenere la sofferenza degli altri se non riusciamo a riconoscere la sofferenza in noi stessi?
Presso l’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche di Trento, è stata organizzata la somministrazione dei questionari, il focus group e la registrazione degli storytelling finalizzati alla prima raccolta dati. Significativo risulta essere come i collaboratori dell’Istituto riportino di sperimentare episodi di stress durante il lavoro ma che questo non superi soglie clinicamente significative.
Viene evidenziato come i momenti informali di ritrovo tra colleghi presso ArtCafè – locale intrinsecamente terapeutico – o momenti outdoor siano risorse importanti per il benessere del singolo nel contesto. Inoltre, il cammino iniziato alcuni anni fa presso l’Istituto Artigianelli per creare una scuola Mindfulness based viene riconosciuto dai collaboratori come importante perchè da tutti è sentita l’importanza di avere spazi in cui prendersi cura di sé, dialogare con gli altri, ascoltare e ascoltarsi.
Questo perché la pratica della mindfulness è una pratica di gioia. Un’arte di vita per generare un sentimento di gioia e felicità attorno a noi. L’energia della mindfulness viene generata dalla consapevolezza di stare respirando, o di stare facendo un passo durante una camminata. Essa aiuta a portare la nostra mente a casa sul nostro corpo. Quando mente e corpo sono uniti si abita il momento presente. Accompagna chi la pratica ad una vita piena di stupore possibile solo nel momento presente. Il passato è già andato e il futuro non è ancora qui: il presente è l’unico momento in cui possiamo essere realmente vivi. Quando si respira con piena presenza e consapevolezza del nostro corpo che respira, scopriamo qualcosa di semplice ma essenziale.
Un invito, quindi, a fermarsi e a riscoprire le cose piccole e a lasciarci stupire dalla bellezza. Tramite la pratica della mindfulness abbiamo l’occasione per capire cosa sia la vera felicità: non qualcosa fatto per raggiungere un obiettivo mosso dal desiderio di fama, potere, ma fatto per sviluppare capacità di comprensione e di compassione, in primis verso noi stessi per poi allargarla ai contesti che abitiamo.
In quest’ottica investire sull’educazione come pratica di amore. Di un esserci che scaturisce dalla consapevolezza e dalla condivisione e che scaturisce partendo da noi stessi, fermandoci, respirando e ascoltandoci per poi aprirci ai nostri ragazzi.
Maria Chiara Pavesi, psicologa – Istituto Artigianelli Trento