La formazione professionale come motore del Made in Italy: istituzioni, imprese e territori insieme per costruire il futuro
Nella suggestiva cornice della Sala della Regina della Camera dei deputati si è svolta giovedì 4 dicembre la conferenza “La Formazione Professionale come motore del
Made in Italy: strategia, competenze e sviluppo sostenibile ed inclusivo”,
organizzata da Scuola Centrale Formazione in occasione dei 50° anniversario. Un appuntamento che ha riunito i più alti rappresentanti delle Istituzioni, del mondo produttivo e della formazione, confermando il ruolo strategico della IeFP per la competitività del Paese.
Le istituzioni: formazione come investimento strategico per il Paese
Ad aprire i lavori, la moderatrice Valentina Aprea, Esperta in politiche della formazione e del lavoro, che ha ribadito il valore della filiera formativa: “La IeFP non offre solo competenze, ma forma persone consapevoli. Il formatore diventa guida e facilitatore. È essenziale investire su docenti e percorsi di qualità: Scuola Centrale Formazione lo fa da 50 anni e oggi più che mai il Paese ne ha
bisogno”.
Il Presidente CEI, S.E. Mons. Matteo Zuppi ha richiamato la necessità di una
formazione che unisca competenze e valori, mentre il Sottosegretario Paola Frassinetti ha ribadito l’impegno del Ministero nel potenziamento della filiera
tecnico-professionale.
Paola Frassinetti, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha
evidenziato che «investire nella formazione significa garantire ai giovani opportunità reali e al sistema produttivo le competenze necessarie per crescere».
Walter Rizzetto, Presidente XI Commissione Lavoro, ha ricordato l’urgenza di
«colmare il mismatch tra domanda e offerta, sostenendo percorsi formativi che
abbiano come riferimento diretto il mondo del lavoro».
Il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga ha ricordato
come la IeFP sia “uno strumento essenziale per rispondere ai fabbisogni dei territori”, attraverso percorsi “capaci di connettere giovani e imprese in modo strutturale”.
L’On. Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei deputati, ha sottolineato il
valore trasformativo della formazione professionale:
“La formazione professionale è un vero ascensore sociale: permette ai giovani di scegliere il proprio futuro, invece di subirlo. È un investimento strategico per colmare il divario tra ciò che chiedono le imprese e ciò che i nostri ragazzi possono offrire. Se vogliamo un Paese più competitivo, dobbiamo formare meglio; se vogliamo un Paese più giusto, dobbiamo includere di più; se vogliamo un Paese più forte, dobbiamo
credere nei nostri giovani”.
Il Capo Dipartimento del MIM Carmela Palumbo ha sottolineato: “L’educazione civica digitale e il nuovo modello 4+2 rappresentano una svolta fondamentale: formano tecnici specializzati e creano una vera filiera capace di rispondere ai bisogni delle imprese e alle aspettative dei giovani”.
Dal Ministero del Lavoro, Andrea Simoncini ha ricordato il nodo critico della
partecipazione al mercato del lavoro: “Dobbiamo includere pienamente tutti gli attori della filiera formativa: solo così potremo ridurre la marginalità e rispondere a un fabbisogno occupazionale che cresce più velocemente delle persone disponibili”.
Simona Tironi, Assessore Formazione Professionale Regione Lombardia, ha
dichiarato: «La filiera formativa deve essere sempre più integrata con le imprese:
solo così possiamo preparare i giovani ai nuovi lavori».
L’Assessore alla Formazione Professionale della Regione Liguria, Simona Ferro,
ha confermato l’impegno sul territorio.
Paolo Cesana – Vicepresidente SCF, ha ribadito come la formazione professionale dimostra ogni giorno di essere un pilastro strategico per il Paese: crea competenze, sostiene le imprese e offre ai giovani opportunità reali di crescita e di autonomia.
I dati e le analisi: transizioni, competenze e ruolo degli adulti
Il Responsabile Inapp Emmanuele Crispolti ha offerto una fotografia del mercato del lavoro: “Non basta formare: serve una buona formazione, capace di accompagnare le persone nelle transizioni e di unire competenze tecnico/professionali, digitali e trasversali. Orientamento e placement devono diventare pilastri del sistema”.
Stefano Laffi, Sociologo, ha presentato in anteprima il progetto “Alla ricerca del
futuro”, realizzato con Scuola Centrale Formazione. Attraverso 1.780 questionari e
dialoghi di gruppo svolti in diversi Centri di Formazione Professionale, emerge un quadro ricco e complesso: giovani che apprezzano fortemente il loro percorso, il
rapporto con docenti e compagni, e che spesso immaginano di lavorare proprio nel settore per cui si stanno formando. Al tempo stesso, convivono entusiasmo e incertezze
Le imprese: senza formazione non c’è Made in Italy
Il mondo produttivo ha confermato con forza la centralità della IeFP per lo sviluppo industriale. Per Confindustria, Alfonso Balsamo, Adviser Education Confindustria Nazionale, ha ricordato il lungo lavoro sulle riforme:
“Le imprese non possono essere il punto di arrivo, ma parte integrante del percorso
formativo. Solo così potremo affrontare davvero il mismatch e costruire una Repubblica formata sul lavoro”. Dalla prospettiva del settore turistico, Fabio Raimondo, Presidente dei Giovani Albergatori di Federalberghi, ha evidenziato: “Il turismo ha un bisogno enorme di competenze. La formazione professionale può
diventare il cuore della nuova ospitalità italiana, capace di unire tradizione e
innovazione digitale”.
L’imprenditore marchigiano Enrico Bracalente, Amministratore Unico di Nero Giardini, ha portato una testimonianza concreta: “Ho scelto di restare in Italia e investire nei nostri artigiani. Senza formazione non esisterebbero aziende come la mia. Chiedo alla politica di sostenere questi percorsi,
perché sono il futuro del Made in Italy”.
Ha chiuso il tavolo Sr.Manuela Robazza, Presidente CONFAP: “La formazione professionale nasce dall’ascolto delle persone e dei territori. Dobbiamo continuare a costruire percorsi che mettano al centro il valore della
dignità, del lavoro e della crescita umana oltre che tecnica”.
La visione: centralità della persona e nuova cultura formativa.
Dal dibattito è emerso come la formazione professionale non rappresenta un insieme di percorsi, ma un progetto culturale che mette davvero al centro la persona. Educare
significa accompagnare, ascoltare, costruire opportunità reali di crescita. Oggi il Paese chiede competenze nuove, capacità nuove, visioni nuove: e il compito di realtà come Scf è continuare a far dialogare scuole, imprese e territori per generare sviluppo sostenibile e inclusivo. Per un’Italia più forte, è fondamentale investire nella qualità dei percorsi e nella dignità dei ragazzi che li percorrono. Solo così sarà possibile instaurare una nuova
cultura formativa, all’altezza delle sfide del futuro.










